L’Italia che non si vede 2019
Pubblicato da Arci Bassa Val di Cecina il
L’ITALIA CHE NON SI VEDE
IX edizione
Presentata la IX edizione de “L’Italia che non si vede”, la rassegna cinematografica itinerante promossa da Arci e Ucca che racconta il Paese reale, i suoi problemi, il suo disagio, nel duplice senso che non teme di approfondire argomenti scomodi o comunque rimossi dai media e nel contempo cerca di avvicinare il pubblico a documentari “invisibili” perché falcidiati dalla censura di mercato.
Lo scopo principale della rassegna è quello di portare le opere meno attrezzate per competere sul mercato “in profondità”, cioè nelle aree meno servite dall’esercizio, tanto più in un frangente in cui la forzata chiusura di centinaia di sale cinematografiche ha reso per molti titoli “L’Italia che non si vede” l’unico veicolo di visibilità e di visione condivisa. La presenza dei cinecircoli ARCI-UCCA disseminati nell’intero territorio nazionale si sta rivelando una risorsa ideale proprio per ospitare quelle piccole produzioni che trovano spazio tra mille difficoltà.
Il catalogo 2019-20 fotografa un’edizione di alto profilo de L’Italia che non si vede, che ospita opere invitate ai principali festival internazionali: ben 4 provenienti dalla selezione ufficiale della Mostra del Cinema di Venezia (tra cui il Premio Speciale della Giuria), 3 dalla Berlinale e gli altri dal Sundance, dal Torino Film Festival, dal Biografilm, oltre al vincitore del Rome Independent Film Festival.
Le tematiche affrontate hanno la caratteristica dell’urgenza e della necessità, figlie di una temperie sociale e culturale che sta imbarbarendo il discorso pubblico del Paese: la legalità (“La mafia non è più quella di una volta”, di Franco Maresco e “Selfie” di Agostino Ferrente), l’identità di genere (“Normal” di Adele Tulli e “DicKtatorship” di Gustav Hofer e Luca Ragazzi), l’accoglienza ai rifugiati (“Dove bisogna stare” di Daniele Gaglianone), i ritratti di due figure femminili forti (“La scomparsa di mia madre” di Beniamino Barrese e “Dafne” di Federico Bondi), il razzismo imperversante (“Che fare quando il mondo è in fiamme?” di Roberto Minervini), la crisi industriale italiana (“Il pianeta in mare” di Andrea Segre), l’emergenza ambientale e gli stili di vita alternativi (“Amaranto” di Emanuela Moroni e Manuela Cannone). E infine l’omaggio ad un grande irregolare del cinema italiano, Claudio Caligari (“Se c’è un aldilà sono fottuto”, di Simone Isola e Fausto Trombetta).
Una novità di rilievo è la richiesta di affiancare alla proiezione di ogni film quella di un cortometraggio; i corti proposti sono, tra l’altro, i vincitori delle prime due edizioni del geniale “Premio Zavattini”, in collaborazione con Fondazione AAMOD – Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico.
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