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Dl Ristori, Arci: “indispensabile un fondo per tutti i circoli, il governo riconosca il nostro ruolo sociale”

Pubblicato da Arci Bassa Val di Cecina il

Dopo la mobilitazione in tutta Italia l’Arci torna a chiedere con forza al Parlamento che il Dl Ristori, attualmente in fase di discussione, preveda un fondo che sia destinato a tutti i circoli, a sostegno sia delle attività istituzionali non commerciali sia delle attività commerciali, e che venga riconosciuto pienamente il ruolo fondamentale dell’associazionismo sociale.

Nei giorni scorsi sotto l’insegna Curiamo la socialità l’Arci ha organizzato presidi, flash mob e manifestazioni statiche, in assoluta sicurezza, per segnalare la situazione drammatica che stanno vivendo i circoli e le sedi delle associazioni culturali e di promozione sociale.

Siamo preoccupati per l’esclusione delle attività economiche non commerciali degli enti del Terzo settore dalle misure del decreto Ristori, una disparità di trattamento inspiegabile e ingiustificata che porterà moltissimi circoli, costretti alla chiusura fino al 24 novembre dalle nuove misure anti-Covid, a non essere nelle condizioni di riaprire per riprendere le loro attività, già fortemente penalizzate dall’emergenza che stiamo affrontando da mesi.

Si tratta di basi di prossimità indispensabili e la loro chiusura rappresenterebbe una gravissima perdita per il Paese.

La mobilitazione dell’Arci nei giorni scorsi ha coinvolto oltre 2mila circoli in 15 regioni ed ha visto la partecipazione di centinaia di migliaia di socie e soci. È stato il modo scelto dalla nostra comunità di lanciare un grido di allarme e di testimoniare quanto sta accadendo non solo nelle piazze e davanti alle sedi istituzionali ma anche con la produzione di tantissimi materiali postati sui social. Storie raccontate con foto, video, messaggi e appelli per richiamare l’attenzione sulla grave crisi che da nord a sud sta colpendo l’associazionismo diffuso di promozione culturale e sociale. Una crisi che senza misure adeguate rischia di essere fatale.

Non possiamo restare in silenzio così come non possiamo accettare di essere dimenticati: non può passare il messaggio che i circoli e le sedi delle associazioni non siano dei punti fondamentali per la socialità, la diffusione della cultura e la partecipazione.

Siamo essenziali per tantissime persone come dimostrato dagli sforzi che i circoli hanno fatto in questi mesi. È accaduto durante il primo lockdown con le iniziative di solidarietà e mutualismo in tutta Italia (spese sospese, distribuzione a domicilio di generi alimentari, consulenze psicologiche online per chi si è ritrovato solo e senza riferimenti) così come è accaduto successivamente, non senza difficoltà, per riaprire i nostri circoli nel rispetto delle regole e dei protocolli anti-Covid.

Non siamo solo luoghi del tempo libero ma svolgiamo un ruolo sociale. Per questo stiamo continuando in questi giorni a raccogliere adesioni alle nostre richieste da parte di sindaci e rappresentanti delle istituzioni. Per questo torniamo a chiedere con forza al governo e a tutti i parlamentari di intervenire nel corso dell’iter di conversione del decreto Ristori per raccogliere le istanze dell’associazionismo di promozione sociale. Ne abbiamo diritto così come avviene per tante altre categorie e non vogliamo essere dimenticati.


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